Giorno 14 - L'ultima tratta

Domenica 14/08/2011
(Racconto di Lorenzo)


Prima del deserto del Gobi
Driinn, driiin, squilla il telefono. Sono le 5.55 del mattino, mi sveglio di soprassalto e prendo in mano la cornetta: "Good morning...wake up". E' la reception dell'albergo Decor di UlaanBaatar dove ci troviamo in quel mentre. Mi rendo conto di non aver sentito la sveglia che avevo puntato per le 5.40 ma poco male, è tutto già pronto. Sveglio Nady ed insieme ci laviamo la faccia in attesa di ricevere la colazione che arriva alle 6.05 in uno scatolino da portar via contenente un uovo sodo, una sottiletta, una miniconfezione di marmellata, un tramezzino ed una fetta d'arancia.



 
Il deserto del Gobi
Usciamo ed entriamo nell'ascenscore pigiando il tasto del piano terra per scendere, visto che noi ci troviamo al quarto. Si apre invece la porta e ci ritroviamo al quinto piano con Lau e Ste che ci guardano. Avevano chiamato l'ascensore nello stesso istante in cui ci siamo entrati noi. Ormai il nostro bioritmo viaggia su binari paralleli, per non dire gemelli. Da due settimane condividiamo spalla a spalla ogni cosa, ma nonostante questa difficile vita in simbiosi non uno screzio è nato. L'affiatamento è davvero altissimo. E pensare che molte volte non si va d'accordo tra amici nemmeno nelle più semplici vacanze al mare, mentre noi stiamo affrontando un'avventura!!! Sono proprio felice.




Scendiamo insieme ed alla reception troviamo Paggy ad aspettarci. Salutiamo le inservienti dell'albergo ed in 5 minuti siamo alla stazione. Si sa, Paggy sviaggia, specialmente se non c'è traffico. Alle 6.25 siamo quindi alla ricerca del nostro treno. Non c'è il tabellone arrivi/partenze, ma chiedendo all'ufficio informazioni arriverà a breve sul binario 1. Alle 6.50 siamo quindi sul treno per la nostra ultima tratta che ci condurrà a Pechino. Siamo ancora in seconda classe ed è pressochè identica a quella mongola, anche se probabilmente facciamo ancora un leggero passo indietro come qualità dei servizi. Dal rubinetto ora scende solo un lievissimo rivolo d'acqua.

Gher nel deserto


Io e Ste scendiamo poco prima del confine per acquistare un pò di cibo con gli ultimi Tugrik rimastici. Pranzo leggero ed il viaggio prosegue tranquillo attraverso le desolate lande del deserto del Gobi che troviamo però prevalentemente verde. Probabilmente ha piovuto più del solito quest'anno. Notiamo di tanto in tanto qualche solitaria gher e ci chiediamo come si possa vivere in un posto così arido.




Stazione di Zamyn-Uud
Verso le 19.30 giungiamo a Zamyn-Uud, cittadina mongola che funge da frontiera. Passiamo agevolmente i controlli sia mongoli in uscita che cinesi in entrata per Erlang, prima città cinese. Unico inconveniente è rappresentato dalla ricaduta del solito problema del viaggiatore per Lau, proprio nel periodo in cui le toilettes sono chiuse. Restano infatti chiuse, come avevamo già sperimentato al confine russo, per tutto il periodo in cui il treno ferma. Per fortuna entra in gioco Nady, che, nonostante predichi sempre di far fatica a capire, si dimostra invece in gambissima, cosa di cui tutti noi siamo sempre stati certi. Con il suo fluente cinese (io resto veramente a bocca aperta quando la sento parlare con una facilità irrisoria una lingua che pare inaccessibile), spiega al capovagone la situazione che ci promette di darci le chiavi del wc nel caso la situazione di Lau peggiori. Fortunatamente ciò non accade e mentre ceniamo con una minestrina riceviamo pure i ticket omaggio per colazione e pranzo di domani nel vagone ristorante. E poi parlano male dei cinesi. Ci fermiamo poi un paio d'ore in un capannone alla frontiera cinese dove vengono tolti e sostituiti i blocchi ruote di ogni vagone, in quanto abbiamo sentito che in cina lo scambiamento dei binari è inferiore e bisogna quindi montare una distanza adatta tra le ruote. Queste operazioni finiscono intorno alla mezzanotte. E' ora di andare a nanna...

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