Giorno 03 - Il Treno

Mercoledì 03/08/2011
(Racconto di Laura)


Il famoso "Siluro"
Oggi siamo decisi a rispettare l'orario pattuito per alzarci perchè abbiamo intenzione di portare i bagagli in stazione in mattinata. In questo modo avremo tutta la giornata a disposizione per continuare la nostra visita della città. Di nuovo, invece, ritardiamo il programma con la scusa della pioggia. Facciamo colazione con la spesa che abbiamo fatto al market la sera prima: confermate le briochine ma cambiato biscotti (è stato tutto inutile, sono identici a quelli di ieri, cambiano solo nella forma!! Completamente insapori). C'è movimento nella nostra suite: c'è chi fa l'ultima doccia, chi sistema lo zaino, chi pulisce la colazione… e poi c'è Nady che cerca di ricomporre il siluro (curioso zaino dalla forma ambigua :-) ). Ultima telefonata a casa e siamo pronti per lasciare questo paradiso senza sapere bene cosa ci aspetta (ci avviamo verso la metro intorno alle 10.00 benché il check-out fosse alle 12.00). 


È buffo, camminiamo per le strade del centro con i nostri quattro zainoni, uno a fianco all'altro con passo cadenzato, tipo i giustizieri dei film western :-). Cerchiamo di orientarci nella metro, non è facile, non ci sono facce amichevoli che possano aiutarci. Comunque un poliziotto ci indica la direzione corretta. Fortunatamente non dobbiamo cambiare metro. Abbiamo raggiunto la stazione grazie a poche parole russe (per favore - nome della stazione dei treni - grazie). Ce la siamo cavata!!! Depositiamo gli zaini per tutto il giorno con grandissimo sollievo delle nostre spalle. Con 118 rubli a testa affidiamo ad un omone enorme i nostri bagagli (ne porta via due per volta, sembra impossibile!). 

Foto dei Gulag
Ok, individuato da dove partirà il nostro treno, rifacciamo la strada al contrario e torniamo in centro. Siamo alla ricerca del museo dei “Gulag” (campi di concentramento russi), ma lo superiamo senza accorgercene e finiamo per visitare il monastero di San Pietro. Ce lo guardiamo dall'esterno prima di entrare. Avremmo voluto chiedere info a una signora che sembrava una portinaia ma ci ha guardato malissimo o, per dirla con le parole di Ste, "ci ha guardato come se fossimo entrati nudi in chiesa". Non ha mai cambiato espressione, neanche quando abbiamo provato a salutarla o a chiederle timidamente info. Allora, rassegnati, ce ne siamo andati seguiti dal suo sguardo scuro. Siamo entrati nel cortile del monastero. Lore si è spinto fino in cima ai gradini della chiesa ma nulla di interessante. Ritorniamo, seguendo la piantina, alla zona dove avremmo dovuto incontrare il museo dei Gulag. Mentre Ste e Lore si occupano del cambio euro/rublo io le Nady abbiamo individuato l'entrata del museo (che era proprio dietro di noi).

Foto dei Gulag
Finalmente Nady riesce a risparmiare buona parte dei soldi dell'entrata con la sua student-card scaduta. Ci guardiamo questo museo dall'atmosfera triste, ci muoviamo in rispettoso silenzio e, prima di uscire, ci fermiamo a leggere le testimonianze di una donna che poi si è salvata scappando in Romania. Anche Lore ha lasciato la sua testimonianza sul diario del museo. 



Interno di San Basilio
Poi, verso le 13.30, siamo tornati al “Tepemok” di ieri, non avevamo voglia di girare a vuoto e siamo andati sul sicuro. Buone le nostre crepes!! E poi via di nuovo a visitare. Siamo entrati all'interno di San Basilio. Questa cattedrale è stupenda dall'esterno, sembra lo sfondo di una fiaba, ma all'interno non riusciamo a gustarci la sua maestosità perché non si accede alla navata centrale. In ogni caso, possiamo ammirare gli splendidi affreschi. Facciamo una breve sosta in cima ad una delle cappelle e Ste avvia un filmato sulla storia di San Basilio. Ridiamo immaginando le facce delle altre persone se con la stessa indifferenza Ste avesse spento il DVD portandosi via il filmato :-). 

Lord Dark Fener?
 Ci spostiamo con la metro fino a Krasnaya Presnya Park. Non possiamo perderci la mostra “più cool” di Mosca (come recita la guida): la mostra delle sculture di ghiaccio. Ormai ci muoviamo agevolmente in metro, anche se le persone non ci aiutano di certo (chiediamo info a delle russe che sostengono che abbiamo sbagliato posto). Ma vah! Poi, affidandoci alle nostre guide e alla mappa, raggiungiamo il parco che ospita la mostra ma un'altra russa sostiene di non averne mai sentito parlare. Invece, alle sue spalle c'è il cartello che indica che era proprio lì. Stiamo per entrare ma prima, seguendo le istruzioni del gestore, ci avviamo verso la toilette. Già ci aveva scioccato il fatto che la mostra fosse contenuta all'interno di un modesto capannone, ma lo stato della toilette (una di quelle chimiche) ha sconvolto Ste tanto che ha consigliato a me e Nady di trovare una soluzione alternativa (tra gli alberi del parco :) ). 





Le sculture di ghiaccio
Abbiamo indossato dei lunghi piumini. Da dietro sembravamo "Lord Dark Fener" di guerre stellari (sempre citazione di Ste :-) ). Troppo belli, imbacuccati nei nostri piumini, dopo qualche foto ricordo, siamo entrati. Ci saranno state al massimo una ventina di sculture, ma ne è valsa la pena. Per assicurare la conservazione di queste opere la temperatura è mantenuta a -10°C e le luci colorate esaltano la bellezza delle sculture. C'è un'atmosfera surreale, stupenda. Altre foto, tutte quelle che ci vengono in mente, per giustificare i 470 rubli ciascuno (tranne Nady, 250). Però nessuno se ne è pentito. 
 

La stazione
Usciamo verso le 18 ma è presto rispetto al nostro programma e ci concediamo una sosta di un'oretta nel parco. Riposiamo mentre Nadia cerca di insegnare a Ste un po' di parole cinesi, giusto per la sopravvivenza. Poi ritorniamo in metro in zona stazione, camminiamo un bel po' alla ricerca di un buon posto per la cena. Ne scegliamo uno che ci ispira ma è impossibile decidere cosa ordinare da un menù cirillico con camerieri che, seppur gentili, non parlano una parola d'inglese. Alla fine decidiamo di cambiare. Speriamo di avere più fortuna in un altro baretto che da fuori ci tenta con immagini invitanti. Poi però il menù è di nuovo solo in russo ma per fortuna ci dà una mano un simpatico personaggio. Ordiniamo un piatto di patate e carne e formaggio che ci han detto essere cucinato secondo una “Old Russian Tradition” ma io mi ricordo perfettamente di aver mangiato la stessa cosa con Ste a Parigi (però là era stata definita da una francese “VERY French Cooking”. Va beh…buono! Peccato che il simpaticone, una volta partite le sue amiche russe, si piazza al nostro tavolo e poi ci accompagna pure al market dove dobbiamo comprare le ultime cose prima di partire.

Il nostro treno
Poi, finalmente, ci siamo salutati. Il tipo ha preso la sua strada e noi ci siamo sistemati in stazione per un'elettrizzante attesa. Ritirati gli zaini, aspettiamo che compaia il numero del binario. Prevale un sentimento di curiosità mista a perplessità, ma siamo pronti! Mi si siede vicino un altro russo, molto amichevole. Posiziona un cartone su cui sedersi vicino a me e inizia parlarmi in russo. Insiste anche quando si accorge che io non capisco nulla. Simpatico! :-) È probabilmente tradizione dei russi offrire qualcosa ai nuovi conosciuti, così, dopo aver frugato nello zaino, ci offre un po' di profumo spray (che inizialmente avevamo scambiato per vodka). Insiste finché ce lo mettiamo. Ci piace pensare che i russi siano generosi, ma probabilmente puzzavamo un po' :-). È ora, partiamo! Ci muoviamo verso il binario 1 sperando che la “Controllora” del nostro vagone 11 non si accorga dell'errore sul biglietto di Nadia (un errore sul cognome). Ed è fatta, saliamo! Sono le 23.45.

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